La CO2 alimentare, impiegata come additivo (E290) per la gasatura dell’acqua, ne diviene un vero e proprio ingrediente. È fondamentale, dunque, che il processo di lavorazione sia in grado di assicurare i massimi standard di sicurezza. Ma non solo: è essenziale anche garantire un’elevato grado di qualità dell’acqua.

Se da un lato ci sono i requisiti definiti dalla norma, il concetto di qualità è molto più ampio delle prescrizioni previste e comprende numerosi aspetti dell’intera filiera produttiva e distributiva. Per garantire i più alti livelli, quindi, non è sufficiente rispettare soltanto le specifiche richieste dalla legislazione nazionale e internazionale, uno su tutti il Regolamento Europeo 231 del 2012 che stabilisce le specifiche degli additivi alimentari (elencati negli allegati II e III del Regolamento CE 1333 del 2008). È necessario dimostrare di avere adottato sistemi e processi in grado di assicurare la totale sicurezza alimentare.

Qualità dell’acqua e sicurezza alimentare, la normativa di riferimento

Per avere un prodotto di qualità, è precondizione rispettare la normativa di riferimento. In particolare:

  • Regolamento CE 178 del 2002: stabilisce i principi e i requisiti generali della legislazione alimentare, istituisce l’Autorità europea per la sicurezza alimentare e fissa procedure nel campo della sicurezza alimentare;
  • Regolamento CE 852 del 2004: definisce i requisiti di igiene che tutti i produttori di alimenti sono tenuti a rispettare, compreso l’obbligo di implementare un “sistema” HACCP composto di procedure, formazione, registrazioni e controlli;
  • Regolamento CE 1333/2008: disciplina, nello specifico, gli additivi alimentari, indicando le informazioni obbligatorie da riportare in etichetta;
  • Regolamento per i Food Contact Materials (Moca) ovvero il Regolamento CE 1935 del 2004: riguarda i materiali e gli oggetti destinati a venire a contatto con i prodotti alimentari;
  • Accordo Stato-Regione del 29 aprile 2010 e il DPR 51 del 1997, che definiscono l’iter autorizzativo per poter produrre un additivo alimentare.

Quelle finora elencate sono le vigenti prescrizioni legislative. Ma le aziende che d’iniziativa intendono assicurare livelli qualitativi ancora più elevati, possono dotarsi volontariamente di ulteriori standard. Come ad esempio l’FSSC-22000, che prevede l’implementazione di un sistema di gestione della qualità applicata alla sicurezza alimentare di prodotto incorporando il sistema HACCP e l’adozione di un “Programma di Pre-Requisiti” che definiscono la linea di base di soluzioni e requisiti essenziali da adottare nella produzione e distribuzione degli alimenti.

Infine, esistono altri marchi di qualità a garanzia del prodotto verso categorie specifiche di consumatori, come la popolazione ebraica (certificazione Kosher Parve Passover) e islamica (certificazione Halal).

Le bombole e il ruolo chiave delle valvole

Al fine di proteggere il gas e le sue peculiarità, è necessario impiegare contenitori adatti. Il riferimento è alla bombola nella sua interezza, compresa la valvola, il cui utilizzo è disciplinato da:

  • Direttiva ADR, l’accordo europeo relativo ai trasporti internazionali di merci pericolose su strada;
  • Dichiarazione di Conformità al Regolamento CE 1935/2004 (MOCA), per le confezioni contenenti gas alimentari.

Nel ciclo produttivo, la preparazione e il riempimento della bombola sono fasi particolarmente delicate in cui la valvola a pressione residuale ha un ruolo chiave. Da un lato permette di mantenere all’interno della bombola una pressione residua compresa genericamente tra i 3 ed i 5 bar anche quando termina l’erogazione (la pressione positiva previene, infatti, la contaminazione dall’esterno). Dall’altro lato, consente di riempire la bombola se non si possiede lo specifico adattatore.

Nel caso specifico dell’anidride carbonica, queste funzioni sono fondamentali, per evitare retro-contaminazione di umidità e di liquidi: per fare un esempio, la reazione tra CO2 e H2O genererebbe acido carbonico, capace di determinare una progressiva corrosione della superficie interna della bombola.

Case dell’acqua e i serbatoi: la soluzione SIAD

La presenza sul territorio delle cosiddette casette dell’acqua ha portato alla luce un tema cruciale per la sicurezza del prodotto: la necessità di sostituire frequentemente bombole vuote con pesanti bombole piene (più di 70 kg a bombola) senza interruzioni dell’erogazione della gasatura, in modo particolare nei momenti più intensi di utilizzo.

La ricerca ha permesso di mettere a punto soluzioni, come il Servizio Happy Drink di SIAD, capaci di rispondere a queste esigenze. L’installazione di un minibulk permette la gasatura dell’acqua,  addizionando CO2 E290, al momento dell’erogazione.

Il minibulk è un contenitore criogenico in acciaio inox, di dimensioni compatte, che sostituisce le normali bombole e garantisce l’erogazione costante di acqua frizzante.

I vantaggi del minibulk sono molteplici:

  • Incrementa l’efficienza del sistema di mescita di bibite alla spina
  • Elimina i tempi morti per la sostituzione di bombole vuote e le conseguenti interruzioni di erogazione
  • è in grado di stoccare maggiori quantità di gas a parità di ingombro delle bombole.

Le consegne per il rifornimento del minibulkavvengono tramite automezzi dalle dimensioni contenute, in grado di raggiungere anche centri storici, passando per vicoli e strade molto strette.